La campagna è bella (se non parli mai con nessuno)
Vivere in campagna è molto bohemien, però se non ci sei nata, se sei una cittadina (che non vuol dire che tu sia migliore) ti costringe a confrontarsi con persone troppo diverse da te. E allora ti accorgi che la gente è cattiva anche se abita in paradiso. Forse neanche se ne accorge, di viverci.
Anni fa mi sono ritrovata con un fucile puntato addosso perché ho chiesto (gentilmente) ai cacciatori di non venire a sparare nel mio uliveto perché in quel momento stavo raccogliendo le olive e avevo paura. Furiosi (dandomi del tu) mi dissero che il terreno non era recintato per cui andavano dove gli pare. Ma i cacciatori, si sa, non sono mai persone pacifiche. Nessuno che ami maneggiare le armi e che riesce a sparare a sangue freddo a un animale può esserlo, per cui non mi hanno stupito più di tanto.
Oggi invece ho chiesto a un vecchio che potava gli alberi se mi regalava un pezzetto di legno lungo 15 centimetri, giuro che non era più lungo di così, per buttarlo nel caminetto. Inizialmente ha detto di sì, poi ci ha ripensato e mi ha coperta di insulti pesantissimi (dandomi pure del tu) come se lo avessi minacciato con una pistola e gli avessi chiesto il portafogli. Sono accorsi pure i suoi scagnozzi a metterci il carico di brutte parole e di lamentazioni: “noi ci sudiamo il lavoro!” e anche “che ti credi, che hai studiato solo tu”?”, (beh, di sicuro non l’educazione civica). Ho temuto che mi mettessero le mani addosso, anche perché ho il vizio di rispondere a tono e in crescendo, e prima o poi qualcuno lo farà.
Ho provato anche a umiliarli proponendo di pagargli qualcosa, ma ormai erano come i cani quando scoppia la rissa e non li fermi nemmeno con una secchiata d’acqua gelata. Ho dovuto fare le foto alla targa del mezzo che stavano usando, per precauzione (“cancellale subito o ti denuncio!”) perché da quello che mi hanno detto abitano pure vicino (“sappiamo dove abita tuo padre!”, hanno minacciato).
Ho provato anche a umiliarli proponendo di pagargli qualcosa, ma ormai erano come i cani quando scoppia la rissa e non li fermi nemmeno con una secchiata d’acqua gelata. Ho dovuto fare le foto alla targa del mezzo che stavano usando, per precauzione (“cancellale subito o ti denuncio!”) perché da quello che mi hanno detto abitano pure vicino (“sappiamo dove abita tuo padre!”, hanno minacciato).
Ci sono rimasta malissimo, sembrava di stare su un social, dove la gente è cattiva per puro sport, anche se dubito che nessuno di questi figuri li frequenti. Era solo un pezzetto di legno.
Un misero pezzetto di legno da 15 centimetri.